lunedì 19 marzo 2007

Lunedì 19 marzo 2007 seguito

Aspettiamo di incontrare l’Ing. Asgedom bevendo coca seduti sotto il pergolato del bar del Kurasini e brindiamo (a coca ovviamente) al viaggio in Tanzania.
Gianfranco fa una prima telefonata di contatto al vescovo di Iringa.
Incontriamo l’Ing. Asgedom e assieme ricordiamo il professor Monari e la sua opera per la gente di Tanzania. Poi passiamo a discutere del progetto TAC al Bugando Hospital di Mwanza (Nord Tanzania sulla riva meridionale del Lago Vittoria).
Asgedom, sollecitato dalle domande di Gianfranco, ci assicura che la TAC è bene accetta, anzi utile. Quindi passiamo alla organizzazione della escursione a Mwanza per giovedì 29 con rientro in giornata. Occorrerà essere di ritorno a Dar il mercoledì 28 pomeriggio per avere poi venerdì 30 e sabato 31 mattina a disposizione per gli incontri a Dar prima del rientro in Italia.
Pranziamo tutti assieme alla mensa del Kurasini e partiamo subito per Morogoro.
Percorriamo circa 200 km di strada asfaltata ma con molte buche e altrettanti “rallentatori”, che mettono già alla prova le nostre schienedopo ormai 36 ore di viaggio.


Arriviamo a Morogoro verso sera, conosciamo padre Salvador e gli altri padri della Consolata che ci danno una calorosa ospitalità nelle camere per gli ospiti del loro seminario.
Siamo in un bellissimo complesso che si sviluppa attorno a due bellissimi giardini curatissimi e rigogliosi, dalle camere al primo piano possiamo godere di uno stupendo tramonto africano che illumina le montagne di Morogoro.
Ci sistemiamo nelle camere dove finalmente possiamo fare una doccia confortevole e rigenerante; riesco anche a fare un pisolino.
Alle 19 ci raduniamo per andare a cena con i padri: andremo al ristorante australiano!
Accompagnati da padre Salvador attraversiamo quella che io credevo essere una piccola città (e scoprirò poi essere di alcune centiania di migliaia di abitanti) completamente al buio, illuminata soltanto dalle luci delle poche auto e dai lumini e lucine delle bancarelle o dei locali.
Abituati alla nostra illuminazione notturna è una sensazione strana quella di percepire una città piena di gente e di movimento nella penombra… afascinante e per nulla preoccupante come ci si sarebbe potuti aspettare… è tutto molto tranquillo e disteso… si sente il brusio della gente che chiacchiera.
Arriviamo al locale, molto bello curato nell’arredo, sotto capanne di legno e paglia all’aperto, con luci basse ma studiate (c’è che malignamente insinua che sia un espediente per non vedere cosa c’è nei piatti … risate) . Mangiamo un piatto di pollo alla piastra, patatine fritte, birra e acqua minerale. Concludiamo la cena con un brindisi al professor Monari che è sempre più presente assieme a noi in questo viaggio in africa; brindiamo poi al suo successore con del buon vino rosso del Sudafrica.
Dopo la cena si parla dello sviluppo del progetto polisettoriale “Pane, acqua, salute e lavoro”, secondo i padri i punti essenziali sono:
- l’opera è utile alla gente e necessaria;
- resterà comunque alle persone anche se ci sarà chi tenderà a considerarla propria;
- è necessario fin da ora preoccuparsi della gestione dell’opera quando sarà finita;
- per padre Salvador è importante che “solidarietà” mantenga un controllo reale sulla gestione futura per evitare che coloro cui essa viene affidata in gestione la utilizzino per scopi personali.
Dopo cena rientriamo per la notte. Mi accoglie un geco che cerco di fotografare.
Alle 22:40 sto scrivendo queste note, registrero un campione dei suoni della notte a Morogoro… A domani.

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